Dopo tanto vagare la Mila ha finalmente trovato una casa!

lunedì 11 aprile 2011

porta portese



E' domenica ma la mia sveglia suona alle settemeno un quarto.

Sulle prime penso che sia un evidente ossimoro ma poi un nefasto pensiero mi pervade.

Ho promesso che andrò a Porta Portese.L'inferno.Il girone dei shabby chic dove il contrappasso dantesco consiste nel girare per ore e ore in fila indiana recuperando tutto il tempo guadagnato alla posta con il domicilio bancario delle utenze. Le stesse persone che reputano immorale passare lo stesso tempo nel traffico dell'Aurelia per andare a Maccarese, finiscono li,in fila ,districandosi tra pizzi ottuagenari,ricarica batterie di qualsiasi cosa e lampade che hanno anche a casa delle loro nonne ( ma che lì vengono disprezzate perchè di cattivo gusto).

Un incubo,qualcosa che neanche Gozzano riuscirebbe a descrivere.

in molti si lasciano tentare da "deliziose vetrinette" ma nessuno è riuscito a farle arrivare a casa illese e il costo del vetraio ha sopito il desiderio revival che le aveva generate e finiscono accatastate in un garage insieme al tavolino da ping pong con la rete rotta e alla bicicletta sempre made in Porta Portese detta anche "Io speriamo che me la cavo" per la totale assenza di freni.

Altri improvvisano improbabili slang napoletani per tirare il prezzo di un delizioso vaso senza sapere che in un'altra vita era stato un'urna cineraria.

Il mio viatico è stato:"Fingi disinteresse,se fai vedere che una cosa ti interessa la vorranno tutti e non riuscirai mai a tirare con il prezzo."

Io che di disinteresse ne ho a faldoni approdo assonnata ai banchi"tuttoaun'euro" dove signore dai capelli che sanno di piega cercano di tirare a cinquanta centesimi.Perchè il gusto non è solo cosa porti a casa ma a quanto.

Inizio a contrattare anche io un vestito stampato a fiori che posso usare solo se rifanno il "Trips festival"ma una colorata signora di settantanni, con la dolcezza di un rompighiaccio,me lo ruba.Ho dimostrato troppo interesse,cavoli.

Prendo dalla mischia un vestito a caso anche se costa venti euro.Il venditore mi dice che visto che "c'ho duocchi che ce vo er porto d' armi" me lo fa a quindici e che sono stata furba perchè è un pezzo di due noti stilisti.

Sono fiera di me,ho fatto l'affarone.Ma dopo a casa lo provo e scopro che non si trattava di Dolce e gabbana ma di Hennes & Mauritz.

Scendo e vado a pranzo con un'amica,il posto è delizioso si sta bene ci complimentiamo con il proprietario che rovina tutto il mio idillio dicendo che ha pagato tutto due lire a porta portese.Tutto tranne il conto.

Torno a casa a fare un riposino,visto che mi sono svegliata all'alba, e sogno di stare in fila sull'Aurelia e il mare di Maccarese.

L'omologazione non mi è mai sembrata così originale.

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